La PJMapⓇ, della Gioda Consulting, è uno strumento che offre un validissimo aiuto nelle fasi preliminari di elaborazione di un progetto di qualsiasi tipo.
Il suo carattere agile e la capacità di raccogliere in uno schema organico semplice ma completo la totalità dei caratteri che costituiscono e descrivono il progetto rappresentano le sue maggiori doti in relazione ad altri strumenti di project management.
In un solo colpo d’occhio, la PJMapⓇ permette di conoscere il progetto attraverso gli elementi che lo caratterizzano: in questo senso si presta ad essere utilizzato in maniera ampia nella fase di trasformazione dell’idea in vero e proprio progetto, aiutando i promotori a focalizzare la loro attenzione sugli elementi costitutivi del progetto stesso, ma pure come sintesi completa per illustrare l’idea progettuale in maniera organica e intelligibile a soggetti terzi (eventuali partner, finanziatori, altri stakeholder).
Nei riquadri della sezione centrale, la PJMapⓇ obbliga chi la redige a porre attenzione ai contenuti in maniera specifica compiendo l’esercizio di trasformare le idee in periodi brevi ma concreti ed esaustivi a partire dal titolo del progetto e dalla sua descrizione, elementi questi che devono essere evocativi ed esaustivi.
Anche nei riquadri “Ambiti” e “Obiettivo”, per quanto riguarda il settore in cui si svilupperà il progetto e i bisogni a cui questo risponde, è necessario un forte richiamo alla concretezza e specificità: specificità e concretezza che possono essere solo il risultato di una valutazione preliminare della realtà in cui si andrà ad operare adeguatamente condotta.
Già da questi primi passi della PJMapⓇ si coglie la possibilità di impiegare lo schema in maniera evolutiva via via che l’idea progettuale si va perfezionando nella testa dei promotori.
Risulta importante che l’obiettivo indicato corrisponda al bisogno al quale intende rispondere il progetto e dunque che sia concreto ed effettivo.
Allo stesso modo, il quadrante relativo ai soggetti, dove vanno indicati gli esecutori e i beneficiari del progetto, deve essere improntato alla maggior precisione possibile.
Aspetto questo facile per quanto riguarda coloro i quali condurranno le attività progettuali, forse più difficile per i beneficiari. In questo caso non sarebbe sufficiente parlare di macro-categorie (ad esempio, i poveri, i bambini sottonutriti, le donne in stato di gravidanza) ma è indispensabile specificare il più possibile (ad esempio, le persone che hanno perduto il lavoro e vivono sotto il livello di povertà nella provincia di Viterbo, i bambini di età inferiore ai 5 anni e che risultano sottonutriti secondo le tabelle dell’Oms, le donne in attesa provenienti da quartieri periferici delle grandi città costiere).
La medesima precisione deve usarsi per la compilazione del quadrante relativo al posizionamento spazio-temporale del progetto al fine di offrire ulteriori elementi di valutazione della sua sostenibilità.
In questo caso bisogna specificare dove verranno realizzate le attività progettuali e quanto tempo queste richiederanno per essere completate.
Luogo e tempo, lo ripeto, devono essere i più precisi possibili arrivando ad indicare il territorio interessato secondo il livello amministrativo più consono (nazione, regione, provincia, città, quartiere se del caso) e l’ordine di grandezza temporale (giorni, settimane, mesi) a seconda della tipologia di progetto.
Da ultimo, ma per questo non meno importante, è il quadrante che riporta le risorse necessarie sia dal punto di vista dei mezzi materiali, immateriali, competenze tecniche e professionali, spazi, macchinari da impiegare sia, in valore economico, in termini di costo.
Si comprende facilmente quanto sia importante questo ultimo dato per una valutazione finalizzata all’ottenimento di un finanziamento.
La PJMapⓇ è questa: più complicato spiegarla che iniziare ad usarla.
Dunque, avanti: sbizzarrite la vostra fantasia e mettiamola alla prova!