Siamo arrivati in fondo al nostro cammino sulle tracce delle attività chiave per redigere un buon progetto: dopo l’analisi della realtà in cui intervenire, l’individuazione degli obiettivi, la valutazione degli strumenti e delle risorse, la stesura del programma operativo, oggi vediamo le verifiche.
Chiarisco subito che utilizzo il plurale “verifiche” e non il riduttivo singolare “verifica” perché ritengo questa un’attività che vada inserita in più momenti lungo il corso di realizzazione del progetto e non debba invece ridursi ad una semplice retrospettiva finale al termine dei lavori.
Solo in questo modo le verifiche saranno fedeli al loro significato originario (dal latino verum facere, rendere vero, palese) e utili a far emergere eventuali scostamenti dalle previsioni e, quindi, adottare i necessari aggiustamenti.
Penso che sia importante ricordare in questa sede che tutti gli strumenti che abbiamo visto utilizzati per le precedenti fasi di elaborazione del progetto, dagli Alberi dei problemi e delle soluzioni alla PJ MapⓇ, dal Diagramma di Gantt al PERT, come sono stati impiegati per raccogliere e rendere sistemici gli elementi costitutivi del progetto, qui devono essere impiegati come strumenti operativi, pietra di paragone tra quanto previsto e descritto e ciò che si è realizzato.
Per fare in modo che i momenti di verifica siano effettivi, ricordiamoci che dobbiamo avere a disposizione sistemi di controllo delle performance o indicatori di risultato che siano obiettivi, rilevabili e significativi, dai quali inferire informazioni utili all’adozione di decisioni
Ribadisco poi con forza che in ogni progetto le verifiche devono svolgersi durante tutto il corso delle attività e non solo alla fine dei lavori.
Ciò comporta ovviamente la scelta di modalità proprie per ogni fase, impiegando strumenti più smart ma che consentano in tempo reale di adottare le decisioni correttive eventualmente necessarie al momento giusto.
Ricordiamocelo: una verifica in più non ha mai danneggiato un progetto, anzi!
Di per sé, invece, la verifica finale rappresenta un momento topico per il team di progetto e per il suo futuro: celebrazioni ed onori in caso di successo, processo sommario ed esecuzione immediata in caso di fallimento?
Mi auguro di no! Al termine del lavoro condotto, qualunque ne sia il risultato, la squadra dovrebbe riuscire a conservare l’equilibrio per condurre anche l’ultimo momento di verifica nell’ottica dello share learning e dell’empowerment (comune apprendimento e arricchimento), lasciando da parte inutili beatificazioni o condanne fratricide.
Anche dai fallimenti si impara, e molto!
Di sicuro è meglio poter verificare il conseguimento di un risultato positivo e festeggiare un successo e, proprio per questo, mi preme sottolineare pure quanto sia importante il ruolo sociale del “festeggiamento”: riconoscere il buon esito di un progetto è fondamentale, per i membri del team, per l’azienda, per lo spirito di ciascuno e per i prossimi progetti.
Buon lavoro a tutti, allora!